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 Conosciamo San Leone

 

San Leone, (Santulì in dialetto locale) è una frazione e principale lido di Agrigento. Sorge sulla punta Akragas, in prossimità della foce del fiume Akragas, detto anche di San Leone. Conosciuto per essere il lido balneare della Città dei Templi, prende il nome dal papa Leone II (682-683), siciliano. In origine il luogo era occupato dall'emporio (porto) della città greca che fu ininterrottamente frequentato fino al periodo arabo. L'emporio era già frequentato dai navigatori micenei intorno alla metà del II millennio a.C. nel quale si rifornivano principalmente di zolfo e salgemma. A questo periodo risale il villaggio fortificato scoperto da Mosso al principio del Novecento. Nel VII secolo a.C. i greci di Gela vi stabilirono uno scalo commerciale, documentato dalla vicina necropoli di Montelusa (collina ad occidente dell'attuale insediamento). Nel Medioevo vi si stabilirono dei monaci, ma il luogo inadatto all'approdo delle navi dell'epoca venne abbandonato a favore del nuovo caricatore che sarà Porto Empedocle. Del periodo greco non rimane molto, anche perché nell'ultimo secolo la contrada si è fortemente urbanizzata. Già nel XVI secolo Tommaso Fazello notò nell'area della foce dei saxa quadrata individuati ancora nel 1922 dal Caruso-Lanza a sud della chiesa di San Leone. Si tratta certamente dei resti delle banchine del porto classico che si estendeva lungo le sponde del fiume. Certamente, come era uso tra gli antichi, vi erano grandi 'hangar' dove erano tirate a secco le navi militari e docks per le attività commerciali. La sua attività doveva essere intensa considerando l'importanza della città e anche la sua estensione non doveva essere limitata, ne sono testimoni il rilevante numero di monete trovate in passato nell'area che vanno dal periodo classico fino a quello bizantino ed infine arabo, confermando che l'emporio fu certamente frequentato fino a circa il X-XI secolo. Misteriosi sacrifici rituali di origine orientale (egizia) individuano forse piccole colonie commerciali straniere o influenze alloctone sui culti locali. Nell'Ottocento fu trovato nei dintorni della casa Caruso un molino a mano di cui si ha notizia fino agli anni venti. Fino a circa il 1900 esisteva vicino alla chiesa di San Leone un antico fabbricato con una volta a semicerchio di chiare origini romane, dove vi abitava una numerosa famiglia di pescatori. Fu demolita dal commendatore Alfonso Caratozzolo per costruire il palazzetto che tuttora si ammira vicino all'ex Arena estiva. Tra gli altri manufatti scoperti in quel periodo si ricordano alcuni fabbricati di origine romana, magazzini arabi ed una piccola senia. Fu scoperto inoltre un enorme sarcofago greco vicino alla chiesa di San Leone, formato da un unico blocco di arenaria, ma purtroppo nel disinteresse generale fu fatto in quattro e trasformato in sedili sulla spiaggia. Nei periodi successivi viene costruita la chiesa di San Leone (XIII secolo circa). Troppo esposta agli attacchi dei corsari barbareschi si pensò di costruire una torre di avvistamento nel Cinquecento su progetto di Tiburzio Spannocchi (1578). La torre, tuttora esistente, sorge sulle alture di contrada Forgia ed è adibita, insieme alla masseria che si è sviluppata attorno, ad attività ricettive turistiche. Nel Settecento l'illuminato vescovo Lorenzo Gioeni (1730-1754) vi costruì una casa di villeggiatura estiva per i giovani che ancora oggi domina, dall'alto della collina di Montelusa, il bosco e la spiaggia della Maddalusa. Lo stesso vescovo aveva pensato al sito di San Leone quale area dove costruire il porto di Girgenti. Il progetto fu bocciato per diversi motivi cosicché nel 1749 i lavori per la costruzione del porto furono eseguiti nella spiaggia dell'attuale Porto Empedocle, dove già da diversi secoli insisteva il 'caricatore' della città, fortificato nel 1544 durante il regno di Carlo V. Nell'Ottocento San Leone torna ad essere nuovamente popolato come zona di villeggiatura dagli agrigentini. Furono costruite le case Caruso nell'attuale piazza Trinacria, certamente la più antica, la casa Caratozzolo sul lungomare, il cosiddetto 'Cevuzu'(gelso) in lingua siciliana e diverse ville in stile liberty. Già nella prima metà del secolo scorso sorse uno chalet in legno mentre negli anni cinquanta venne costruito lo stabilimento balneare. Durante il secondo conflitto mondiale il borgo marinaro fu fortificato chiudendo con delle muraglie le strade che sfociano sul lungomare e resistette ad un tentativo di sbarco delle truppe statunitensi. Dagli anni sessanta San Leone assistette ad uno sviluppo incontrollato che lo ha trasformato da piccolo borgo di pescatori ad un caotico centro balneare affollato durante il periodo estivo da circa 30.000 villeggianti, mentre la popolazione stabile è di circa 4.000 persone. Oggi San Leone risulta saldato ai limitrofi agglomerati del Villaggio Peruzzo, Villaggio Mosè, Cannatello e Fiume Naro con i quali viene incluso nella circoscrizione San Leone Mosè di 13.012 abitanti. Negli anni Settanta fu ampliato il lungomare nella forma odierna e fu costruito il porto, infine negli anni novanta fu costruita un'elisuperficie oggi non più utilizzata.